Immagini di un soggiorno: 

Bath

Patrizia Paini

HISTORY AND CULTURAL HERITAGE COURSE


22-26 luglio 2019

Domenica 21 luglio

Ore 8:10, si parte (Foto 1)London Heathrow mi aspetta e da lì, Heathrow Express, una navetta super veloce mi condurrà a Paddington Station, dove dovrò aspettare, per alcune ore, il treno che mi condurrà a Bath. Senza perdere di vista il timetable (Foto 2) che indica l’orario del mio treno, mi guardo intorno con curiosità e mi lascio avvolgere dal turbinio della gente che affolla la stazione


Il melting pot è più variegato e concreto che mai in questo angolo di mondo.


Salgo su un treno puntuale e pulito (Foto 3) che attraversa una verdeggiante campagna inglese, folti boschi e sinuose colline punteggiate da greggi di pecore al pascolo e cavalli allo stato brado. Pochi sono i villaggi che interrompono il rilassante territorio del Somerset.


Il mio arrivo in hotel mi conferma quell’atteggiamento di superiorità che contraddistingue il popolo inglese. L’accoglienza alla reception è piuttosto distaccata e fredda, ed accompagnata da una vorticosa spiegazione di regole dell’hotel, a cui devo attenermi, che mi sorprende e mi lascia alquanto perplessa: quanto ho compreso è solo una minima parte delle intenzioni della signora.


Mi doto di una cartina e cerco il luogo dell’appuntamento in cui il giorno successivo dovrò incontrare gli insegnanti e gli altri componenti del gruppo. Fortunatamente il mio hotel, Francis Hotel Bath (Foto 4), una struttura un po' datata, ma che conserva negli arredi tutto lo stile british e un’atmosfera ovattata nei salotti al piano terra, si trova in una posizione privilegiata, nel centro storico e vicino ai luoghi di maggior interesse turistico.


E’ domenica e lungo le strade affollate del centro, tanti studenti italiani si radunano in capannelli per progettare una visita o decidere una meta. Infatti questa città si anima particolarmente nel periodo estivo, per l’afflusso di giovani provenienti da ogni parte d’Europa che frequentano i corsi di inglese. Sara, la nostra tutor, esprimerà tutta la sua preoccupazione per l’uscita dell’Inghilterra dalla UE, in quanto i corsi Erasmus, per adulti e studenti, hanno finora avuto l’avvallo dell’Unione Europea, mentre la Brexit potrebbe rendere incerte queste attività.


Lunedì 22 luglio

Alle 9:30 incontro Sara, due docenti austriache e tre belgi parlanti fiammingo. Il luogo in cui svolgiamo le lezioni teoriche è una tipica casa inglese, con le bow-window e un piccolo giardino, dove possiamo godere di un sole particolarmente caldo (Foto 5). Già nelle comunicazioni che ci eravamo scambiate, Sara intendeva impostare le lezioni in modo informale, privilegiando l’interazione all’interno del gruppo. Così, se al mattino ci si dedica alla visita di un luogo, nel pomeriggio ci si ritrova per ascoltare la lezione organizzata da ogni docente. I docenti che, come me, avevano scelto questo corso, dovevano preparare un argomento relativo al proprio paese d’origine, che attenesse a storia, tradizioni o ad aspetti sociali.


Io ho scelto come argomento il Rinascimento italiano, e ho concentrato l’attenzione sull’evoluzione politica dell’istituzione comunale che si è trasformata in signoria e successivamente in principato dinastico. Ho poi descritto le forme di mecenatismo di Cosimo I e di Lorenzo de Medici, e ho mostrato come a Firenze e Roma si siano concentrate le attività dei più importanti artisti ed architetti: Michelangelo, Raffaello, Botticelli, Brunelleschi.


Una delle due docenti austriache ha parlato di due particolari forme di allevamento in Carinzia: quello di galline dal piumaggio particolare e quello di asini albini, adatti alla pet therapy. L’altra ha descritto la fabbrica di cioccolato presente nel suo villaggio in Carinzia. Il docente di latino, proveniente dal Belgio ha parlato della storia della contea di Loon, che fu uno stato del Sacro Romano Impero, nell’attuale Belgio. Gli altri due docenti hanno descritto le guerre mosse da Filippo II contro i Paesi Bassi e l’acquisizione dell’indipendenza da parte dell’Olanda. Questi momenti costituiscono la fase “indoor” del corso, che ci vede riuniti intorno ad un tavolo, ad ascoltare e discutere sui vari argomenti.


Ma i momenti più significativi del corso sono le visite ai luoghi di interesse storico e artistico. Bath è una antica città che si snoda lungo le rive del fiume Avon. Si possono godere momenti di gradevole tranquillità, passeggiando sulle sue sponde.


Christian, il docente di storia che affianca Sara con le lezioni teoriche, ci spiega che un tempo quel fiume rivestiva una importanza economica di rilievo perché alcune fabbriche, all’epoca della prima rivoluzione industriale, se ne servivano come via di trasporto fluviale (Foto 6 e 7). Ma l’elemento di principale attrazione per turisti e visitatori sono le terme, che si trovano nel cuore della città, costruite dai Romani 2000 anni fa. Tra porticati sovrastati da statue, scale con pavimenti originali, sale riscaldate a diverse temperature e le rovine del tempio di Sulis Minerva, questa visita ha rappresentato un momento importante del nostro corso.


Gli incontri con il gruppo e i docenti inglesi si svolgono dalle 9,30 alle 12,30 e riprendono alle 15 fino alle 18. Nella pausa del pranzo chi, come me, fa una abbondante colazione, preferisce visitare musei, o percorrere strade nuove o visitare chiese, come la superba Bath Abbey, la cui costruzione risale al 1499, in stile gotico che, con le volte che svettano verso il cielo, le vetrate dipinte e le colonne color miele, crea una straordinaria esperienza di spazio e di luce (Foto 8 e 9).


Anche la mattinata trascorsa al Royal Crescent è particolarmente interessante (Foto 10). Quello che in Inghilterra viene definito ”Georgian era” è un periodo della storia che va dal Settecento ai primi decenni dell’Ottocento e si riferisce ai regni di Giorgio I, II e III. A questo periodo si collega il “Georgian style” applicato in architettura.


Molto ben rappresentata dal romanzo di Jane Austen, la società di quel periodo perseguiva il gusto per una raffinatezza ricercata e leziosa, gelosa dei propri rituali e condizionata da ben fondati pregiudizi (Foto 11). Cogliendo l’occasione per una serata al Royal Theatre (Foto 12) abbiamo potuto assistere alla rappresentazione in prosa “Uncle Vanya” di Chekhov, diretto ed interpretato da Rupper Everett.


Di sera i momenti conviviali con l’intero gruppo sono pochi, perché ciascuno di noi preferisce ritirarsi, o perché stanco per la giornata intensa, o per ripassare quanto ha appreso durante le lezioni. L’ultima sera ci salutiamo, cenando alla Green Park Brasserie, dove si fa musica jazz dal vivo (Foto 13) e (Foto 14).


Ma se le due docenti austriache devono partire un giorno prima, avendo trovato l’unico volo per Vienna, i docenti inglesi propongono al resto del gruppo di visitare Stonehenge (Foto 15) e la cattedrale di Salisbury (Foto 16) dove è conservata il documento originale della Magna Charta, concessa da re Giovanni Senzaterra (Foto 17) e (Foto 18).


L’esperienza di una full immersion nella lingua inglese è stata decisamente positiva ed arricchente. Le difficoltà maggiori le ho incontrate, all’inizio, nella comprensione della lingua, in quanto la pronuncia è il frutto di continue contrazioni di parole e di verbi. Ho cominciato a familiarizzare con il suono, ma era ormai il momento di partire. Forse insufficienti i giorni di permanenza .

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