Alcune notizie sul Ghenikò Lykeio (Γενικό Λύκειο)

Liceo Generale di Sapes e sulla sua popolazione scolastica

La scuola di Sapes, nasce in un territorio la cui popolazione è attualmente costituita da gruppi differenziati per lingua e religione, ma che si sono visti riconoscere da sempre uno status giuridico peculiare, dal momento che lo stato greco si impegnò fin dal trattato di Sèvres (1920) a proteggere le minoranze e a tutelare la libertà religiosa. In particolare l’evento dello scambio di popolazioni del 1923 tra Grecia e Turchia provocò cambiamenti in termini di autopercezione come minoranza in questa zona, caratterizzata da secoli come un mosaico di gruppi di popolazioni parlanti lingue differenti e con usi religiosi diversi, ma con un sostrato culturale affine: quello dato dalla convivenza secolare all’interno dell’impero ottomano. Dunque lo stato greco in questa zona si trovò ad affrontare il tema delle garanzie in termini di educazione ed espressione religiosa nei confronti delle cosiddette minoranze. La scuola di Sapes fu fondata nel 1938 e ha ricevuto nel 1996 la denominazione di liceo interculturale (διαπολιτισμικό λύκειο) proprio per il ruolo che il governo greco attribuiva alla scuola, ovvero di catalizzatore del dialogo tra culture, soprattutto in zone di contatto tra civiltà e popoli diversi. Si trattava in realtà di aiutare gli studenti ad affrontare il tema della convivenza, in una zona che aveva una tradizione secolare in merito, ma che doveva ridefinire la sua identità o meglio le sue identità. Va specificato poi che in questo contesto, sul finire del XX secolo, aumentava la percentuale degli studenti ortodossi o non musulmani, visto anche l’arrivo dei cosiddetti παλιννοστούντες ovvero dei cittadini dell’ex Unione Sovietica che, essendo di origine greca (i Ponti ovvero i Greci del mar Nero), si facevano riconoscere il diritto di cittadinanza greca. A questi si aggiungeva inoltre un discreto apporto di immigrati dai paesi circostanti, quali la Bulgaria, a orientamento prevalentemente ortodosso. 

La popolazione scolastica presenta pertanto caratteristiche abbastanza differenti: oltre agli studenti di madrelingua greca e ortodossi, vi sono le minoranze musulmane o minoranze musulmane di Grecia, suddivise in:

turchi (τουρκογενείς) 

pomacchi (Πομάκοι)

romà o rom (Ρομά, αθίγγανοι)

La minoranza musulmana di Grecia nel censimento del 1991 contava 97604 persone, pari allo 0,95% della popolazione della Grecia e al 28,88% della popolazione della Tracia.

I Pomacchi (ve ne sono soprattutto in Bulgaria, ma altre minoranze sono insediate in Turchia, Macedonia, Albania e Kosovo) parlano un dialetto bulgaro dei Monti Rodopi, lavorano soprattutto nel settore dell’agricoltura e oggi vivono soprattutto nella zona di Xanthi.

I Rom parlano il romanì, fanno parte di un gruppo etnico vasto, che vive in Europa ed è ripartito in una galassia di minoranze.

Dunque si può parlare per la Tracia di un mosaico linguistico, dal momento che in questa zona convivono il pomacco, il romanì, il greco e il turco. Il sistema di istruzione, pur tutelando le minoranze, ha previsto, per le minoranze musulmane, solamente lo studio del turco e limitatamente alla scuola elementare. I Romà e i Pomacchi si trovano così ad utilizzare in famiglia la loro lingua madre, mentre alle elementari studiano il turco (lingua che non apparterrebbe al loro background familiare) e il greco, lingua che proseguono poi nel resto del ciclo di studi. A queste criticità si aggiunga inoltre l’obbligatorietà dello studio del greco antico durante i primi tre anni del Liceo. Questa situazione porta spesso difficoltà di apprendimento di lingue così differenti tra loro per gli studenti della minoranza musulmana di Grecia, si pongono così interrogativi importanti su come si possa realizzare una comunità multiculturale, che tenga conto delle differenze etniche.

Questo ci è sembrato un aspetto importante del nostro percorso di progetto “United in Diversity”, un apporto da parte della Grecia alla discussione, in preparazione al prossimo appuntamento, che sarà a Reggio Emilia a novembre 2019.

Le scritte poste su ogni gradino della scalinata che porta alle aule del primo piano compongono un motto che è scritto, oltre che in inglese, nelle tre lingue che si parlano in questa scuola: greco, bulgaro e turco. Il motto dice ”Nella nostra scuola siamo tutti uguali”. Il manifesto sulla parete dopo la prima rampa di scale riprende il tema della scuola come momento di incontro e di scambio e, in varie lingue, dice:”Nella nostra scuola ci scambiamo idee e collaboriamo, facciamo errori e perdoniamo”

Le notizie di questa sezione sono tratte dalla tesi di Master di Δήμητρα Χατζηκυριακίδου (Dìmitra Hatzikyriakidou), docente di Greco antico e moderno presso il Liceo di Sapes, che ha gentilmente messo a disposizione di chi scrive la sua ricerca dal titolo “Η μουσουλμανική μειονότητα στη Δυτική Θράκη και η εκπαιδευτική πολιτική της Ελλάδας. Διαστάσεις της εκπαίδευσης των Πομάκων μέσα από μαρτυρίες” (“La minoranza musulmana in Tracia occidentale e politiche dell’educazione in Grecia. Aspetti dell’educazione dei Pomacchi attraverso testimonianze”

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